martedì 26 maggio 2009

Sulle parentele

Il dilemma odierno lascerà di stucco molti di voi.
Innanzitutto vorrei ringraziare il caro Crazylemon per la segnalazione di quanto state per leggere.
La seguente lettera può essere reperita ai seguenti indirizzi:
http://www.freelists.org/post/zxspectrum/OT-Io-sono-mio-nonno
http://ilrolla.blogspot.com/2008/04/per-segnalazioni-consigli-o-domande.html

Ed ecco a voi la lettera dall'incredibile contenuto. Mentre voi leggete io cerco di comprendere, perchè il dilemma che mi pongo non è esprimibile a parole.

"Signor Ministro della Difesa, mi permetta di prendere rispettosamente la libertà di esporvi quanto segue, e di sollecitare per vostra benevolenza lo sforzo necessario al rapido disbrigo della pratica.
Sono in attesa della chiamata alle armi, ho 24 anni e sono sposato con una vedova di 44 anni, la quale ha una figlia di 25 anni. Mio padre ha sposato tale figlia. Quindi attualmente mio padre è diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia. Inoltre, mia nuora è divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.
Mia moglie ed io abbiamo avuto lo scorso Gennaio un figlio. Costui è quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre. Ed inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna. Mio figlio è dunque mio zio.
La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio che quindi è contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie. Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito della madre di una persona è suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.

Quindi io sono mio nonno!

Spiegato ciò, Signor Ministro, la prego di volermi concedere di essere esentato dal servizio militare, in quanto la legge impedisce che padre,figlio e nipote prestino servizio contemporaneamente.
Fermamente convinto della vostra comprensione, la prego Signor Ministro di accettare i miei più distinti saluti."

sabato 23 maggio 2009

Sulla società industriale

L'industrializzazione ha rovinato il mondo.
Posso sopportare le polveri sottili rilasciate nell'aria, posso sopportare lo sfruttamento degli operai sottosalariati, posso sopportare il rumore incessante dei motori e il non sentire gli uccelli, posso sopportare gli alti grattacieli e il non vedere il cielo, posso sopportare il colonialismo, la globalizzazione, l'esistenza del terzo mondo, ma non posso sopportare quella che è la vera piaga dell'umanità: la pubblicità!
Ovunque andiamo, qualunque radio ascoltiamo, qualunque stazione televisiva osserviamo siamo sommersi da un oceano di messaggi pubblicitari.
Ma osserviamo i fatti alle loro origini.
Con l'avvento dell'industrializzazione il mercato è diventato saturo e le industrie hanno avuto bisogno di vendere tutti i prodotti in eccesso. Avevano quindi bisogno di far conoscere i loro prodotti alla gente e di far credere che fossro i migliori, così inventarono l'odiosa pubblicità.
Col tempo, coi secoli, è nata una setta di persone dette "pubblicitari" i cui scopi sono sommergerci di pubblicità e fare di tutto affinchè la loro venga definita un'arte. Questo movimento, però, ha reso anche insostenibili le nostre vite.
Col passare degli anni, infatti, abbiamo dovuto assistere a pubblicità senza senso e poi a pubblicità che forse un senso l'hanno (ma non lo sapremo mai) e di pubblicità tramite subdoli messaggi subliminali. Poi ci siamo evoluti, la nostra specie si è allargata, abbiamo procreato ed è quindi giunta la necessità di far pubblicità anche ai profilattici. E sono dunque giunte le pubblicità che un senso ce l'hanno davvero ma fanno veramente pena e quelle demenziali che ci allietano nelle sere tristi e solitarie (video 1 e video 2)
Ma ciò che veramente non comprendo delle pubblicità è:

Perchè Mastrota continua a dirmi da anni che le offerte Eminflex e MondialCasa sono solo per questo mese????

mercoledì 20 maggio 2009

Non ho paura dei computer...

...ma della loro eventuale mancanza. (Isaac Asimov)

I precedenti tre post "fotografici", sono strettamente collegati l'uno all'altro e tutte le immagini vengono dalla sessione di ieri notte di "smonta e rimonta un computer e se non và, smontalo di nuovo". Il materiale per questa delicata operazione è stato reperito all'angolo di una strada quando qualcuno (pazzo, per un informatico, criminale, per un ecologista), ha deciso che i vecchi calcolatori, ormai in disuso, erano da smaltire (senza farsi troppi probelmi).

(La documentazione del misfatto.)

Dopo una notte passata a ferirci le mani sulle sadature appuntite e a dannarci per infilare le RAM al posto giusto il post subito prima di questo è quello che abbiamo ottenuto (non bisogna essere genii per capirlo, basta leggere attentamente e un pò di intuito).

Fra l'altro, riprendendo un post del prestigioso «¿®=Manoet=®¿» © (ma che nick ha!?!), ci siamo guadagnati un bel pò di punti.

(HAPPINESS!!!)

Detto questo vi lascio con una frase attribuita a Pablo Picasso, che ben si adatta allo spirito di questo blog ;).

I computer sono inutili, possono dare solo risposte. (?)

Press Keyboard?

...or not press Keyboard? This is the question....


(Premi F1 se ti è piciuto questo post,
CTRL+ALT+DEL se non l'hai capito...
...No, aspetta, io non riesco a leggere la tua tastiera...)

Heaven?...

...or hell?

(Mai fidarsi di un computer che non si può gettare fuori da una finestra....Steve Wozniak)

Perché...?

...quando si smonta qualcosa e la si rimonta, c'è sempre qualcosa che avanza?

(da notare le numerose viti di tipologia diversa)

sabato 16 maggio 2009

Spoiler Terror

"Hai già visto il Signore degli Anelli?"
"No, non ancora..."
"Allora non ti leggere il libro che se no te lo spoileri..."

Oggi signori tratteremo della fobia di questo secolo, la psicosi del nuovo millenio che è rapidamente dilagata tra la gente come un epidemia e si è insinuata sotto la pelle di tutti noi (no, non sto parlando di secret invasion...), lo spoiler.

(Non è di questo tipo di spoiler di cui ci stiamo occupando...)

Terrore delle masse, il dio malvagio della rovina della sorpresa, idolo infernale degli infami. Lo spoiler, una parola dalla semplice etimologia, ma dalla tremenda potenza. con le giuste informazioni, una persona può tenere in scacco un'altra, può secretarne la vita o la morte. Il solo fatto di essere una puntata avanti a tutti può cambiare la vita di un uomo dalla miseria più pietosa a divinità della stanza (come un qualsiasi Death Note).

Quante urla e gemiti ho sentito, da parte di coloro che non volevano ascoltare il tuo discorso su un determinato episodio o un determinato numero. Ne ho visti tanti con la bocca spalancata in sorde urla e le mani che arpionavano le orecchie (forse tentando di strapparsele).


(Questo non è uno SPOILER, è un BOILER..state attenti!!)

Ed è anche la goduria dei sadici e degli infami, il rivelare la trama, il finale, l'assasino (vi giuro, se l'era meritato...). Vedere l'espressione del viso, che si spegne in una disincantata apatia, della vostra occasionale preda, non ha prezzo (tranne forse il venire linciati dal malcapitato, sia perchè avete perso il vantaggio che lo teneva legato al vostro guinzaglio, sia un pò perchè ve lo meritate...). Poter dire di un fumetto, a chi ancora non l'ha letto:" é senzazionale" e fargli entrare la mente in uno stadio di pre-sconvoglimento e dato che (come tutti sanno...) è gia nella fase pre-sconvolta non potrà esser ri-sconvolta, rovinando l'intera vita di un uomo.

(Attenzione, questo è quello che potrebbe succedere...)
(Grazie P.A. di esistere)


Ma lo spoiler è così tremendo come lo si dipinge? A me per esempio, il sapere che alla fine Dorian Gray muore, non mi ha mai rovinato la lettura del libro. Oppure che Poirot a conti fatti acciuffa il colpevole (il Maggiordomo!!) non mi ha mia fatto perdere d'interesse. Ed ancora, il fatto che dopotutto il Bene vince e che il protagonista non può morire (senza risorgere almeno) nemmeno se si butta in bocca ad un drago coperto di salsa Barbecue, non ha mai pregiudicato il piacere della lettura di un buon fantasy (Eccezion fatta per Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco di G.R.R.Martin, bellissimo, ma che depressione...). Quindi non adducete come scusa allo studio dei Promessi Sposi il fatto che i commenti a piè di pagina spoilerano che Don Rodrigo muore (anche se io ci sono rimasto un pò male a venirlo a scoprire così...), perché ciò non nuoce alla sublime poetica e alla bellezza lirica dell'opera.

Infine per concludere...

...l'avete visto Franklyn? No? Bene...vi si sloghera la mandibola dallo stupore...BAZINGA!

giovedì 14 maggio 2009

Sui Tabù e sulla "decenza"

Mi sono reso conto che tutto ciò sta prendendo una piega troppo seria (e abbastanza ridicola). Chiedo scusa per la mia precedente esternazione ma adduco come attenuante l'ora tarda e una notte insonne.

Ora iniziamo ad occuparci delle cose serie. Siamo tutti nudi sotto i vestiti, questa è la scottante verità, che potrà urtare la sensibilità dei più sensibili (di chi se no?). Un fatto che se fatto venire a galla può mettere in agitazione anche le menti più serene. Questo perché in anni ed anni di civilizzazione, la nudità, come altri aspetti della natura umana, sono stati resi tabù.

Spesso mi ritrovo a pensare, che tutto ciò sia una congiura ad opera di bigotti, un capriccio dei benpensanti che hanno manipolato a tal punto la società e le usanze. Poi ci penso meglio e capisco che il tabù è una cosa buona. Provate ad immaginare cosa succederebbe se ci dessero la possibilità di fare tutto ciò che vogliamo? faremmo di tutto forse, ma alla fine ci ridurremmo a non fare nulla, poiché avere la possibilità di fare qualcosa, toglie alla cosa stessa quella magia e quell'aura che la rendeva tanto auspicabile ( ed immaginate le indigestioni di dolciumi che ci sarebbero in giro).

(Non mangiate queste liqurizie!...sono tabù!)

Sta di fatto che probabilmente il problema non si sia mai veramente posto ( se non quando, durante il periodo vittoriano inglese non si poteva far vedere le caviglie!!!), basti guardare una pubblicità o un qualsiasi input che riceviamo dai media, (ma attenzione perché spesso sono nascosti, ma veramente nascosti, indecifrabili oserei dire...) e ci accorgiamo che forse non ci scuote più di tanto. E vediamo veline senza veli, carni e membra di tutti i tipi, questo come fatti violenti, a volte azioni cruente e dopo un niente di tutto questo ci tocca più.

E questo ci porta direttamente al nocciolo della questione che volevo trattare. I costumi dei super eroi. Sono da sempre delle tutine più o meno aderenti, ma col tempo sono diventati sempre più succinti e attillati.

(Questo è quel che si dice un costume casto.)

Si vedono le super eroine (che non hanno mai un difetto) andare a fare la spesa in body ( e sappiamo cosa vanno a comprare), per poi andare a cene di gala in tailleur super austeri (strappandoseli di dosso al primo attentato, di solito a qualche ambasciatore) (Ma poi mi chiedo se sono cosi fasciate, perché non si vede mai neanche l'ombra di un capezzolo? Qui c'è lo zampino dei bigotti...).

E si vedono le controparti maschili andare in giro (leggasi svolazzare, arrampicarsi, nuotare, teletrasportarsi, ecc..) con divise dagli slip così stretti da far diventare impotente Rocco Siffredi. E io mi chiedo...

...ma non si vergognano a fare vedere (o quanto meno far inture) la loro dotazione? E magari utilizzano anche loro qualche espediente per ingannare sulla stazza come questi due? (salta subito all'occhio il trucco della calza, non vorremo mai vedere eroi così... )

(così, si però...)
(visto, che vi avevo detto io? Ne ho parlato per tutto il post...siete convinti adesso?)

lunedì 11 maggio 2009

Sui cicli e l'ineluttabilità

L’ipocrisia dell’esistenza è una realtà che già abbastanza grava sui nostri animi, sui nostri cuori. Non abbiamo bisogno di auto lesionarci ingiustamente.

Siamo immersi in una spirale di accondiscendenza e fatalità, rispetto alla nostra condizione, in cui le occasioni vengono e passano sfuggendoci di mano.

Un circolo vizioso in cui danziamo i nostri valzer solitari, bendati, calpestandoci i piedi l’un l’altro, eseguendo occasionalmente rari caschè nelle braccia di qualcuno.

Spirale e cerchio si fondono, in una confusa e caotica trasformazione, danno vita ad una forma inesplicabile ed intricata che giustamente rappresenta la concretezza delle nostre interazioni. Un nastro di Möbius in cui tutto cambia continuamente e senza sosta, ma rimane lo stesso.


Una condizione di eterna variazione statica. Un omeostasi disgiunta dalle situazioni e dalle caratteristiche del momento. Circostanze in cui cambiano luoghi, persone, possibilità ed ingerenze e magari anche stati d’animo, ma il cui svolgimento porta al medesimo sviluppo. O alla medesima degenerazione.

Ma siamo veramente prigionieri di questa iterazione opprimente, una ricorsione che non restituisce niente? Siamo veramente bloccati in questa tormentante equazione dove possono cambiare tutte le incognite ma il risultato è eternamente quello? È come lo concepiva Parmenide, immutabile de eterno? Siamo frecce che non raggiungono mai il bersaglio?


Io non ritengo, io non credo.

E maledico l’entropia. Contro cui combattiamo ogni secondo, contro la quale la battaglia è eterna e non vi è possibilità di vittoria. Una guerra di posizione silenziosa tra forze nascoste e forse inesistenti. È la ricerca di quel equilibrio instabile, il cui raggiungimento ci è e ci sarà sempre sconosciuto, che fa pendere la bilancia in ogni caso dal lato sbagliato ed il cui conseguimento è e sempre insoddisfacente.

E rendo grazie all’entropia. La quale rende meno piatte le nostre esistenze, almeno quel poco da renderle sopportabili. Ed era Eraclito che affermava che il conflitto è il motore del mondo, ed è la guerra contro il disordine a far si che il divenire non si tramuti in caos uniforme, il nulla formato da tutto l’essere che ha perso il suo scopo.

Uniformarsi a questo panta rei è come scommettere su un determinismo associato al caso, ma è una posta che dobbiamo accettare perché quelle sono le uniche carte per questa puntata ed in questo gioco non si può passare la mano. Ma se è vero che non ci si può mai bagnare nello stesso fiume, perché l’acqua ci da continuamente la stessa sensazione? E se essere e divenire sono la medesima cosa e l'uno non può prescindere dall'altro, come il vuoto si contrappone al pieno?

Io dico basta.

Dove voi vedete bianco e nero io vedrò grigio. Dove voi presterete attenzione al globale, prenderò in considerazione solo il particolare. Tra la folla mi sentirò solo e nel sonno troverò conforto. Se voi fissate una meta, io intraprenderò un viaggio. Quando vi giungererte, io continuerò a vagare. Quando arriverete all’ultima pagina, io scriverò il prosieguo . Se quello che ho non mi basta, allora lo lascerò andare. Sbroglierò il mio nodo gordiano. No. Neppure al cospetto dell'Apocalisse. Nessun compromesso.

E voi, siete ancora bloccati sempre nella stessa continuity?




domenica 10 maggio 2009

Riflessione sull'esistenza

Pensate a come sarebbe il mondo se solo la costante di Planck fosse diversa!
La luce emetterebbe più o meno energia, gli elettroni sarebbero più o meno lontani dal nucleo...
Ma.... e se non esistesse affatto? L'energia non sarebbe più quantizzata, gli elettroni si muoverebbero a spirale fino a cadere sul nucleo in pochi interminabili nanosecondi e sarebbe la fine della vita come la conosciamo!!!
Ma del resto...

Chi ci assicura che noi esistiamo realmente?


sabato 9 maggio 2009

Sui nerd

I nerd sono sempre esistiti. Un luogo comune è quello di credere che il fenomeno della "nerdaggine" sia sopraggiunto solo con l'avvento della tecnologia, dei computer, di internet, ma ciò è sbagliato. Non era forse nerd Leopardi?
Difatti, sebbene sia vero che negli ultimi anni il fenomeno dei nerd possa essere correlato a persone spesso patite o addirittura fanatiche delle scienze informatiche, dobbiamo comunque cercare le origini di questo in epoche assai più remote.
Immaginate i primi cavernicoli nerd. A loro certamente si devono le più grandi scoperte del mondo. Difatti un cavernicolo standard di certo non avrebbe perso ore ed ore della sua vita per sfregare due legnetti pensando che forse in quel modo si sarebbe potuto accendere un fuoco. Neanche possiamo pensare che un cavernicolo standard avrebbe provato a gettare dell'acqua su un seme sepolto nella terra e attendere giorni, settimane, fino a veder spuntare delle tenere foglioline.
A chi sono, dunque, attribuili invenzioni come il fuoco o l'agricoltura se non a dei primati nerd?
Chiarito questo punto, osserviamo ciò che sono diventati i nerd negli ultimi anni.
Con l'avvento dell'informatica, come abbiamo detto, essi hanno trovato una valvola di sfogo e attorno a questa si sono concentrati in massa, tanto che se oggigiorno proviamo a gettare per strada la carcassa di un vecchio pc dei primi anni '90 una folla di persone occhialute e magre gli si getterà di sopra iniziando un'aspra lotta all'ultimo sangue per l'aggiudicazione di quel fenomenale fantasmagorico bottino.

(ecco la dimostrazione che quanto dico corrisponde a realtà)

Ma l'informatica non è la sola passione di questi individui. Grazie alla globalizzazione essi hanno cominciato a ricevere notizie da ogni angolo del mondo sotto forma di fumetti, cartoni animati, giochi di ruolo, film incomprensibili ad altri individui e se prima potevano apparire solo come individui solitari, dissociati, e talvolta geniali, adesso, grazie a questa nuova passione, appaiono anche alquanto infantili.
Ma esiste un grado di nerdaggine, una scala per poter misurare quando una persona è più nerd di un'altra?
Parlare Klingon? 100 punti. Essere utenti linux? 10 punti. Fare bugfix sulla propria distro? 40 punti. Giocare a carta-forbice-sasso-lizard-spock? 30 punti..
(un tatuaggio del genere dovrebbe far guadagnare un mucchio di punti)

I fattori da considerare sono davvero tanti e si potrebbero perdere anni per enunciare tutte le occupazioni che meritano di far guadagnare punti in questa scala.
Ebbene, il mio grado di nerdaggine non è sufficente per potermi permettere di creare una simile scala, ma mi permette di pormi un'altra domanda.

Perchè nessuno comprende la mia sofferenza per la morte di Elle?

(Un grande amico, un eroe che mi faceva spesso compagnia nelle serate solitarie.
Ferito, tradito da colui che aveva definito come il suo migliore amico, da colui che senza scrupoli lo ha tolto di mezzo non appena ha potuto.
Ricorderò per sempre quel suo sguardo vacuo, la sua insaziabile fame per i dolci, il suo strano modo di sedere, i suoi capelli scompigliati...)

giovedì 7 maggio 2009

Nuovo Header

Niente di eclatante, giusto qualche miglioria a mio parere.

Che ne pensate?

(un layout veramente decente verra fatto quando e se ci sara il tempo...Tiranno!)

martedì 5 maggio 2009

Sui dubbi

Chi di noi non ha dovuto mai affrontare un grande dubbio nella vita di ogni giorno?
I più comuni di questi possono essere detti "bivi" e ne incontriamo innumerevoli nella vita di ogni giorno.
Mettere i calzini bianchi o quelli neri? Puntare alla qualità o al risparmio? Stendere fuori i panni nonostante il cielo sia grigio? Accendere il fuoco usando pietre focaie o ricorrere ad acciarino e selce? Seguire la strada indicata dal navigatore o quella indicata dai cartelli stradali? Mandare a quel paese un dannato cavo ethernet che funziona male e che non ci fa connettere ad internet? (odio profondo!).
In effetti ogni dubbio che ci poniamo può essere convertito in un bivio e su goni bivio può essere aperta una lunga e complessa disquisizione.
Del resto tutte le disquisizioni sono infinitamente articolate, poichè ad ogni affermazione può essere associato un trilemma di Agrippa per cui:
1) o l'affermazione è supportata da una serie di motivazioni che portano ad infinite motivazioni;
2) o si risale fino a dei principi assiomatici arbitrari;
3) oppure si risale al punto di partenza.
(Poichè la terza opzione è quantomeno inutile e la seconda incomprensibile ai più, la maggior parte della gente tende ad usare la prima opzione, rendendo così ogni disquizione infinitamente articolata CVD)

Ai dubbi, dunque, non si può avere una risposta certa (salvo usare la seconda la terza opzione), ma sappiamo per certo che essi affliggono l'umanità da tantissimo tempo.
Pensate, ad esempio, a quel primo pompiere che, indeciso se spegnere il fuoco con l'acqua o con la terra, è rimasto a pensare così a lungo che l'incendio divorò tutto. Pensate a Meucci che, inventato il telefono, trascorse il resto della sua vita a chiedersi chi chiamare (finchè Bell non gli soffiò la scoperta). Pensate a quando dovete scegliere la giusta combinazione di fast-food e cinema per sprecare meno tempo possibile con la certezza di arrivare in orario in sala...
Questi sono i veri dilemmi che da sempre affliggono l'umanità e a cui mai si avrà risposta.
Ma come nascono questi dilemmi?
Alcuni nascono certamente dal caso, altri per volere della Divina Provvidenza, altri - infine - da veri ed autentici misteri. Ad esempio:


Ma la serranda in camera mia non era perfettamente funzionante prima della mia partenza?!

lunedì 4 maggio 2009

Le gabbie dell'indifferenza

Bene. Abbiamo finalmente capito e appreso (il tempo per farlo c'era tutto...) che l'acool fa male (credetemi lo fa...), ma come un saggio (saggio? mah...) uomo (no, questo proprio no...) mi disse: " non puoi dire basta all'alcool, puoi solo considerare una pausa più lunga tra una bevuta ed un'altra..". Sagge parole. Ma allora smettiamola di crucciarsi e pensiamo ad altro.


Vi è mai capitato di dover stare a stretto contatto con persone irritanti, magari per ore? Magari in un treno accanto a petulanti signore, che sopperiscono la cerenza di affetto con una dose massiccia di invadenza e indiscrezione?

Ed è solo l'inizio. Ci si trova accato a bambini irrequieti o capricciosi, che piang
ono perchè non hanno il succo di frutta in vetro; o di fronte a tizi che parlano (gridano) ore al telefono, fino a quando hanno ancora i lobi, che ti guardano come se gli desse fastidio che ascolti le loro discussioni; per non parlare della gente che non sa come diavolo funzionano le gambe, non capiscono che non serve muoverle in continuazione per non farle atrofizzare (si parlo con te, trentenne bionda tinta e acida, alla fine quando sono sceso te l'ho svelato il finale del libro che stavi leggendo (Io uccido di G. Faletti) eh?...).

Ma la gente fastidiosa non è che la punta dell'iceberg, il vero pericolo è sotto il pelo dell'acqua. Sono le petulanti signore di prima e gli impiccioni estroversi, ciò che fà affondare la nave. Le persone espansive che devono attaccare bottone, magari con battutine insulse, proprio non le sopporto quando viaggio. Principalmente quando viaggio. Tu vorresti goderti il piacere del panorama, girovagare fra i tuoi pensieri oltre che per il mondo e invece no! C'è la vecchietta che ti fa l'elenco dei suoi malanni (molesto anche se parla a quello seduto affianco) e a te tocca sorbire ore di decantazione di sintomi e malattie, che alla fine pensi di essere malato anche tu. Poi c'è quello che mentre stai scrivendo un messaggio proprio non può fare a meno di buttare un occhio e leggerne il contenuto.
Quelli che cercano in tutti i modi di scoprire la tua meta (anche quando stai cercando di
dormire), le ragioni del viaggio, i tuoi interessi, il tuo codice fiscale. Altri che ti chiedono cosa stai leggendo e poi vogliono assolutamente parlare di critica lettereraria.

...lo so io il vero movente...

In anni di treni e bus ho incontrato gente che sembrava uscita direttamente da un film di Burton, alcuni allucinati come in quelli di Lynch, altri dai film di Spielberg (roba tipo E.T.). Quando poi ti ritrovi con un padre costretto a toccare (un pò come la classica gomitata nel fianco. però col ginocchio!) la gamba della figlia sotto il tavolino, perchè lei insisteva a chiederti il numero di cellulare ( è successo veramente...ed era il padre ad aver attaccato bottone..), allora capisci di aver raggiutno l'apice e di non voler parlare proprio con nessuno sul treno, se non lo stretto necesario ( "scusi...", "permesso", "posso aprire il finestrino?", "la valigia verde da cui cola benzina è sua? (anche questa è veramente vera)")


La mia esperienza con tali tipologie di esseri, ha lasciato profonde cicratrici. Ogni volta che trovo gente indifferente ringrazio. Completamente indifferente, che non ti saluta qualdo sali o quando scendi, che magari non sposta nemmeno i piedi per farti passare. E con questo non dico che bisogna essere scontrosi e antipatici. Anzi si è anche più gentili perchè non si hanno gli input per detestare una persona e io non ho probeli a sollevare valige, cedere il posto e fare spazio. Ne avrei sicuramente di più se la propietaria della valigia che devo sollevare mi avesse convinto che ho la
Rickettsiosi.

(tipici scompartimenti su intercity)

in ogni caso la cosa che mi chiedo da anni è...

...chi diavolo ha inventato gli scompartimenti? e chi è che si ostina a obbligarci ad usarli??

...No...io così non ne ho mai visti...

(i regionali sono tre volte più comodi di qualsiasi intercity...assurdo...)