lunedì 15 giugno 2009

Meglio avere meno tuoni nella bocca e più luce nella mano.

Ci sono diversi periodi storici che stuzzicano le fantasie e gli immaginari collettivi, uno di questi è sicuramente l’epoca del far west americano, la grande stagione dei cowboy, delle pistole colt, dei cercatori d’oro e degli assalti alle diligenze. Un’unica grande storia fata di malfattori, sceriffi ed indiani. Tutto ciò ha solleticato enormemente le menti dei creativi, dalla prima stagione di holliwood, agli spaghetti western ed ancora oggi con revival più o meno azzeccati. Come non ricordare il mitico John Wayne (duro ad oltranza,ma con un cuore d’oro) o ancora meglio le molteplici espressioni (con cappello, senza cappello) di Clint “ occhi di ghiaccio” Eastwood.


Non si può sfuggire prima o poi si deve guardare un film western, ne vengono proposti tutti i giorni a tutte le fasce orarie; è come un epidemia silenziosa, tanto che, sono sicuro, facendo zapping, cambiate canale ad ogni film dichiaratamente western senza neanche accorgervene, come se fosse una televendita qualsiasi.



E si può incappare in una qualunque generazione di western: quelli della prima ora dove gli indiani sono i veri grandi cattivi; quelli della presa di coscienza americana dove gli indiani (alcuni non tutti) sono personaggi positivi, con una loro saggezza ancestrale; e quelli dell’ultima ora dove l’indiano è la vera unica vittima del viso pallido usurpatore, quest’ultimi hanno tanto il sapore di presa per i fondelli ( e senza vaselina).



Quindi da che western e western uno dei dettami fondamentali del genere è che l’indiano deve prenderlo in quel posto (a volte senza manco lo sputo).



Onore al vecchio Toro Seduto. Gloria a Geronimo che tanto a fatto dannare i generali yankee imbellettai. Cantami o diva le gesta erotiche di Sqaw Pelle di luna. Estiqaatsi pensa che…

(il grande capo-opinionista Estiqaatsi, leggasi E-Sti-Cazzi...)


Ed ora queste orgogliose popolazioni, questi indomiti guerrieri e saggi sciamani, sono scomparsi, mischiati ed inglobati nella civiltà del viso pallido. Solo un numero esiguo, mantiene vive le proprie tradizioni, rilegati in riserve naturali, che manco i cinghiali, annegati nell’alcol scadente e nel gioco d’azzardo, almeno hanno il peyote.



Ciò che mi assilla è, ora che sono chiusi nelle riserve…

…secondo voi ci sarà un periodo dell’anno in cui si apra la caccia all’indiano? Sapete…avevo giusto bisogno di un nuovo scalpo…

( tutte le immagini, ad eccezione di quella del grande capo Esyiquaatsi, furono scattate da Edward S. Curtis, un "uomo che
non ebbe mai tempo per giocare", le cui fotografie sono un patrimonio prezioso per tutti noi...)

sabato 13 giugno 2009

Addio

Perchè?

Dov'è Andrea?
La sua anima è in paradiso, se davvero ve n'è uno.

Dormi bene

venerdì 12 giugno 2009

Sulla relatività

Agli albori del ventesimo secolo, un giovane impiegato dell'ufficio brevetti di Ginevra, tale A.E. mise a punto una teoria in grado di riparare gli errori della fisica classica.
Tale teoria prese il nome di relatività.
Albert Einstein scoprì che è impossibile inviare un oggetto a velocità iperluce e che la velocità con cui un corpo si muove influenza la sua massa, le sue dimensioni, perfino il tempo!
Il dilemma che mi pongoè il seguente:
è possibile sfruttare queste leggi per trovare un luogo dove posizionare loro due?




PS- poi mi chiedo anche... ma se sono in scala 1:1,
ma quanto è grosso il piedistallo del raider?

martedì 26 maggio 2009

Sulle parentele

Il dilemma odierno lascerà di stucco molti di voi.
Innanzitutto vorrei ringraziare il caro Crazylemon per la segnalazione di quanto state per leggere.
La seguente lettera può essere reperita ai seguenti indirizzi:
http://www.freelists.org/post/zxspectrum/OT-Io-sono-mio-nonno
http://ilrolla.blogspot.com/2008/04/per-segnalazioni-consigli-o-domande.html

Ed ecco a voi la lettera dall'incredibile contenuto. Mentre voi leggete io cerco di comprendere, perchè il dilemma che mi pongo non è esprimibile a parole.

"Signor Ministro della Difesa, mi permetta di prendere rispettosamente la libertà di esporvi quanto segue, e di sollecitare per vostra benevolenza lo sforzo necessario al rapido disbrigo della pratica.
Sono in attesa della chiamata alle armi, ho 24 anni e sono sposato con una vedova di 44 anni, la quale ha una figlia di 25 anni. Mio padre ha sposato tale figlia. Quindi attualmente mio padre è diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia. Inoltre, mia nuora è divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.
Mia moglie ed io abbiamo avuto lo scorso Gennaio un figlio. Costui è quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre. Ed inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna. Mio figlio è dunque mio zio.
La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio che quindi è contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie. Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito della madre di una persona è suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.

Quindi io sono mio nonno!

Spiegato ciò, Signor Ministro, la prego di volermi concedere di essere esentato dal servizio militare, in quanto la legge impedisce che padre,figlio e nipote prestino servizio contemporaneamente.
Fermamente convinto della vostra comprensione, la prego Signor Ministro di accettare i miei più distinti saluti."

sabato 23 maggio 2009

Sulla società industriale

L'industrializzazione ha rovinato il mondo.
Posso sopportare le polveri sottili rilasciate nell'aria, posso sopportare lo sfruttamento degli operai sottosalariati, posso sopportare il rumore incessante dei motori e il non sentire gli uccelli, posso sopportare gli alti grattacieli e il non vedere il cielo, posso sopportare il colonialismo, la globalizzazione, l'esistenza del terzo mondo, ma non posso sopportare quella che è la vera piaga dell'umanità: la pubblicità!
Ovunque andiamo, qualunque radio ascoltiamo, qualunque stazione televisiva osserviamo siamo sommersi da un oceano di messaggi pubblicitari.
Ma osserviamo i fatti alle loro origini.
Con l'avvento dell'industrializzazione il mercato è diventato saturo e le industrie hanno avuto bisogno di vendere tutti i prodotti in eccesso. Avevano quindi bisogno di far conoscere i loro prodotti alla gente e di far credere che fossro i migliori, così inventarono l'odiosa pubblicità.
Col tempo, coi secoli, è nata una setta di persone dette "pubblicitari" i cui scopi sono sommergerci di pubblicità e fare di tutto affinchè la loro venga definita un'arte. Questo movimento, però, ha reso anche insostenibili le nostre vite.
Col passare degli anni, infatti, abbiamo dovuto assistere a pubblicità senza senso e poi a pubblicità che forse un senso l'hanno (ma non lo sapremo mai) e di pubblicità tramite subdoli messaggi subliminali. Poi ci siamo evoluti, la nostra specie si è allargata, abbiamo procreato ed è quindi giunta la necessità di far pubblicità anche ai profilattici. E sono dunque giunte le pubblicità che un senso ce l'hanno davvero ma fanno veramente pena e quelle demenziali che ci allietano nelle sere tristi e solitarie (video 1 e video 2)
Ma ciò che veramente non comprendo delle pubblicità è:

Perchè Mastrota continua a dirmi da anni che le offerte Eminflex e MondialCasa sono solo per questo mese????

mercoledì 20 maggio 2009

Non ho paura dei computer...

...ma della loro eventuale mancanza. (Isaac Asimov)

I precedenti tre post "fotografici", sono strettamente collegati l'uno all'altro e tutte le immagini vengono dalla sessione di ieri notte di "smonta e rimonta un computer e se non và, smontalo di nuovo". Il materiale per questa delicata operazione è stato reperito all'angolo di una strada quando qualcuno (pazzo, per un informatico, criminale, per un ecologista), ha deciso che i vecchi calcolatori, ormai in disuso, erano da smaltire (senza farsi troppi probelmi).

(La documentazione del misfatto.)

Dopo una notte passata a ferirci le mani sulle sadature appuntite e a dannarci per infilare le RAM al posto giusto il post subito prima di questo è quello che abbiamo ottenuto (non bisogna essere genii per capirlo, basta leggere attentamente e un pò di intuito).

Fra l'altro, riprendendo un post del prestigioso «¿®=Manoet=®¿» © (ma che nick ha!?!), ci siamo guadagnati un bel pò di punti.

(HAPPINESS!!!)

Detto questo vi lascio con una frase attribuita a Pablo Picasso, che ben si adatta allo spirito di questo blog ;).

I computer sono inutili, possono dare solo risposte. (?)

Press Keyboard?

...or not press Keyboard? This is the question....


(Premi F1 se ti è piciuto questo post,
CTRL+ALT+DEL se non l'hai capito...
...No, aspetta, io non riesco a leggere la tua tastiera...)

Heaven?...

...or hell?

(Mai fidarsi di un computer che non si può gettare fuori da una finestra....Steve Wozniak)

Perché...?

...quando si smonta qualcosa e la si rimonta, c'è sempre qualcosa che avanza?

(da notare le numerose viti di tipologia diversa)

sabato 16 maggio 2009

Spoiler Terror

"Hai già visto il Signore degli Anelli?"
"No, non ancora..."
"Allora non ti leggere il libro che se no te lo spoileri..."

Oggi signori tratteremo della fobia di questo secolo, la psicosi del nuovo millenio che è rapidamente dilagata tra la gente come un epidemia e si è insinuata sotto la pelle di tutti noi (no, non sto parlando di secret invasion...), lo spoiler.

(Non è di questo tipo di spoiler di cui ci stiamo occupando...)

Terrore delle masse, il dio malvagio della rovina della sorpresa, idolo infernale degli infami. Lo spoiler, una parola dalla semplice etimologia, ma dalla tremenda potenza. con le giuste informazioni, una persona può tenere in scacco un'altra, può secretarne la vita o la morte. Il solo fatto di essere una puntata avanti a tutti può cambiare la vita di un uomo dalla miseria più pietosa a divinità della stanza (come un qualsiasi Death Note).

Quante urla e gemiti ho sentito, da parte di coloro che non volevano ascoltare il tuo discorso su un determinato episodio o un determinato numero. Ne ho visti tanti con la bocca spalancata in sorde urla e le mani che arpionavano le orecchie (forse tentando di strapparsele).


(Questo non è uno SPOILER, è un BOILER..state attenti!!)

Ed è anche la goduria dei sadici e degli infami, il rivelare la trama, il finale, l'assasino (vi giuro, se l'era meritato...). Vedere l'espressione del viso, che si spegne in una disincantata apatia, della vostra occasionale preda, non ha prezzo (tranne forse il venire linciati dal malcapitato, sia perchè avete perso il vantaggio che lo teneva legato al vostro guinzaglio, sia un pò perchè ve lo meritate...). Poter dire di un fumetto, a chi ancora non l'ha letto:" é senzazionale" e fargli entrare la mente in uno stadio di pre-sconvoglimento e dato che (come tutti sanno...) è gia nella fase pre-sconvolta non potrà esser ri-sconvolta, rovinando l'intera vita di un uomo.

(Attenzione, questo è quello che potrebbe succedere...)
(Grazie P.A. di esistere)


Ma lo spoiler è così tremendo come lo si dipinge? A me per esempio, il sapere che alla fine Dorian Gray muore, non mi ha mai rovinato la lettura del libro. Oppure che Poirot a conti fatti acciuffa il colpevole (il Maggiordomo!!) non mi ha mia fatto perdere d'interesse. Ed ancora, il fatto che dopotutto il Bene vince e che il protagonista non può morire (senza risorgere almeno) nemmeno se si butta in bocca ad un drago coperto di salsa Barbecue, non ha mai pregiudicato il piacere della lettura di un buon fantasy (Eccezion fatta per Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco di G.R.R.Martin, bellissimo, ma che depressione...). Quindi non adducete come scusa allo studio dei Promessi Sposi il fatto che i commenti a piè di pagina spoilerano che Don Rodrigo muore (anche se io ci sono rimasto un pò male a venirlo a scoprire così...), perché ciò non nuoce alla sublime poetica e alla bellezza lirica dell'opera.

Infine per concludere...

...l'avete visto Franklyn? No? Bene...vi si sloghera la mandibola dallo stupore...BAZINGA!

giovedì 14 maggio 2009

Sui Tabù e sulla "decenza"

Mi sono reso conto che tutto ciò sta prendendo una piega troppo seria (e abbastanza ridicola). Chiedo scusa per la mia precedente esternazione ma adduco come attenuante l'ora tarda e una notte insonne.

Ora iniziamo ad occuparci delle cose serie. Siamo tutti nudi sotto i vestiti, questa è la scottante verità, che potrà urtare la sensibilità dei più sensibili (di chi se no?). Un fatto che se fatto venire a galla può mettere in agitazione anche le menti più serene. Questo perché in anni ed anni di civilizzazione, la nudità, come altri aspetti della natura umana, sono stati resi tabù.

Spesso mi ritrovo a pensare, che tutto ciò sia una congiura ad opera di bigotti, un capriccio dei benpensanti che hanno manipolato a tal punto la società e le usanze. Poi ci penso meglio e capisco che il tabù è una cosa buona. Provate ad immaginare cosa succederebbe se ci dessero la possibilità di fare tutto ciò che vogliamo? faremmo di tutto forse, ma alla fine ci ridurremmo a non fare nulla, poiché avere la possibilità di fare qualcosa, toglie alla cosa stessa quella magia e quell'aura che la rendeva tanto auspicabile ( ed immaginate le indigestioni di dolciumi che ci sarebbero in giro).

(Non mangiate queste liqurizie!...sono tabù!)

Sta di fatto che probabilmente il problema non si sia mai veramente posto ( se non quando, durante il periodo vittoriano inglese non si poteva far vedere le caviglie!!!), basti guardare una pubblicità o un qualsiasi input che riceviamo dai media, (ma attenzione perché spesso sono nascosti, ma veramente nascosti, indecifrabili oserei dire...) e ci accorgiamo che forse non ci scuote più di tanto. E vediamo veline senza veli, carni e membra di tutti i tipi, questo come fatti violenti, a volte azioni cruente e dopo un niente di tutto questo ci tocca più.

E questo ci porta direttamente al nocciolo della questione che volevo trattare. I costumi dei super eroi. Sono da sempre delle tutine più o meno aderenti, ma col tempo sono diventati sempre più succinti e attillati.

(Questo è quel che si dice un costume casto.)

Si vedono le super eroine (che non hanno mai un difetto) andare a fare la spesa in body ( e sappiamo cosa vanno a comprare), per poi andare a cene di gala in tailleur super austeri (strappandoseli di dosso al primo attentato, di solito a qualche ambasciatore) (Ma poi mi chiedo se sono cosi fasciate, perché non si vede mai neanche l'ombra di un capezzolo? Qui c'è lo zampino dei bigotti...).

E si vedono le controparti maschili andare in giro (leggasi svolazzare, arrampicarsi, nuotare, teletrasportarsi, ecc..) con divise dagli slip così stretti da far diventare impotente Rocco Siffredi. E io mi chiedo...

...ma non si vergognano a fare vedere (o quanto meno far inture) la loro dotazione? E magari utilizzano anche loro qualche espediente per ingannare sulla stazza come questi due? (salta subito all'occhio il trucco della calza, non vorremo mai vedere eroi così... )

(così, si però...)
(visto, che vi avevo detto io? Ne ho parlato per tutto il post...siete convinti adesso?)

lunedì 11 maggio 2009

Sui cicli e l'ineluttabilità

L’ipocrisia dell’esistenza è una realtà che già abbastanza grava sui nostri animi, sui nostri cuori. Non abbiamo bisogno di auto lesionarci ingiustamente.

Siamo immersi in una spirale di accondiscendenza e fatalità, rispetto alla nostra condizione, in cui le occasioni vengono e passano sfuggendoci di mano.

Un circolo vizioso in cui danziamo i nostri valzer solitari, bendati, calpestandoci i piedi l’un l’altro, eseguendo occasionalmente rari caschè nelle braccia di qualcuno.

Spirale e cerchio si fondono, in una confusa e caotica trasformazione, danno vita ad una forma inesplicabile ed intricata che giustamente rappresenta la concretezza delle nostre interazioni. Un nastro di Möbius in cui tutto cambia continuamente e senza sosta, ma rimane lo stesso.


Una condizione di eterna variazione statica. Un omeostasi disgiunta dalle situazioni e dalle caratteristiche del momento. Circostanze in cui cambiano luoghi, persone, possibilità ed ingerenze e magari anche stati d’animo, ma il cui svolgimento porta al medesimo sviluppo. O alla medesima degenerazione.

Ma siamo veramente prigionieri di questa iterazione opprimente, una ricorsione che non restituisce niente? Siamo veramente bloccati in questa tormentante equazione dove possono cambiare tutte le incognite ma il risultato è eternamente quello? È come lo concepiva Parmenide, immutabile de eterno? Siamo frecce che non raggiungono mai il bersaglio?


Io non ritengo, io non credo.

E maledico l’entropia. Contro cui combattiamo ogni secondo, contro la quale la battaglia è eterna e non vi è possibilità di vittoria. Una guerra di posizione silenziosa tra forze nascoste e forse inesistenti. È la ricerca di quel equilibrio instabile, il cui raggiungimento ci è e ci sarà sempre sconosciuto, che fa pendere la bilancia in ogni caso dal lato sbagliato ed il cui conseguimento è e sempre insoddisfacente.

E rendo grazie all’entropia. La quale rende meno piatte le nostre esistenze, almeno quel poco da renderle sopportabili. Ed era Eraclito che affermava che il conflitto è il motore del mondo, ed è la guerra contro il disordine a far si che il divenire non si tramuti in caos uniforme, il nulla formato da tutto l’essere che ha perso il suo scopo.

Uniformarsi a questo panta rei è come scommettere su un determinismo associato al caso, ma è una posta che dobbiamo accettare perché quelle sono le uniche carte per questa puntata ed in questo gioco non si può passare la mano. Ma se è vero che non ci si può mai bagnare nello stesso fiume, perché l’acqua ci da continuamente la stessa sensazione? E se essere e divenire sono la medesima cosa e l'uno non può prescindere dall'altro, come il vuoto si contrappone al pieno?

Io dico basta.

Dove voi vedete bianco e nero io vedrò grigio. Dove voi presterete attenzione al globale, prenderò in considerazione solo il particolare. Tra la folla mi sentirò solo e nel sonno troverò conforto. Se voi fissate una meta, io intraprenderò un viaggio. Quando vi giungererte, io continuerò a vagare. Quando arriverete all’ultima pagina, io scriverò il prosieguo . Se quello che ho non mi basta, allora lo lascerò andare. Sbroglierò il mio nodo gordiano. No. Neppure al cospetto dell'Apocalisse. Nessun compromesso.

E voi, siete ancora bloccati sempre nella stessa continuity?




domenica 10 maggio 2009

Riflessione sull'esistenza

Pensate a come sarebbe il mondo se solo la costante di Planck fosse diversa!
La luce emetterebbe più o meno energia, gli elettroni sarebbero più o meno lontani dal nucleo...
Ma.... e se non esistesse affatto? L'energia non sarebbe più quantizzata, gli elettroni si muoverebbero a spirale fino a cadere sul nucleo in pochi interminabili nanosecondi e sarebbe la fine della vita come la conosciamo!!!
Ma del resto...

Chi ci assicura che noi esistiamo realmente?


sabato 9 maggio 2009

Sui nerd

I nerd sono sempre esistiti. Un luogo comune è quello di credere che il fenomeno della "nerdaggine" sia sopraggiunto solo con l'avvento della tecnologia, dei computer, di internet, ma ciò è sbagliato. Non era forse nerd Leopardi?
Difatti, sebbene sia vero che negli ultimi anni il fenomeno dei nerd possa essere correlato a persone spesso patite o addirittura fanatiche delle scienze informatiche, dobbiamo comunque cercare le origini di questo in epoche assai più remote.
Immaginate i primi cavernicoli nerd. A loro certamente si devono le più grandi scoperte del mondo. Difatti un cavernicolo standard di certo non avrebbe perso ore ed ore della sua vita per sfregare due legnetti pensando che forse in quel modo si sarebbe potuto accendere un fuoco. Neanche possiamo pensare che un cavernicolo standard avrebbe provato a gettare dell'acqua su un seme sepolto nella terra e attendere giorni, settimane, fino a veder spuntare delle tenere foglioline.
A chi sono, dunque, attribuili invenzioni come il fuoco o l'agricoltura se non a dei primati nerd?
Chiarito questo punto, osserviamo ciò che sono diventati i nerd negli ultimi anni.
Con l'avvento dell'informatica, come abbiamo detto, essi hanno trovato una valvola di sfogo e attorno a questa si sono concentrati in massa, tanto che se oggigiorno proviamo a gettare per strada la carcassa di un vecchio pc dei primi anni '90 una folla di persone occhialute e magre gli si getterà di sopra iniziando un'aspra lotta all'ultimo sangue per l'aggiudicazione di quel fenomenale fantasmagorico bottino.

(ecco la dimostrazione che quanto dico corrisponde a realtà)

Ma l'informatica non è la sola passione di questi individui. Grazie alla globalizzazione essi hanno cominciato a ricevere notizie da ogni angolo del mondo sotto forma di fumetti, cartoni animati, giochi di ruolo, film incomprensibili ad altri individui e se prima potevano apparire solo come individui solitari, dissociati, e talvolta geniali, adesso, grazie a questa nuova passione, appaiono anche alquanto infantili.
Ma esiste un grado di nerdaggine, una scala per poter misurare quando una persona è più nerd di un'altra?
Parlare Klingon? 100 punti. Essere utenti linux? 10 punti. Fare bugfix sulla propria distro? 40 punti. Giocare a carta-forbice-sasso-lizard-spock? 30 punti..
(un tatuaggio del genere dovrebbe far guadagnare un mucchio di punti)

I fattori da considerare sono davvero tanti e si potrebbero perdere anni per enunciare tutte le occupazioni che meritano di far guadagnare punti in questa scala.
Ebbene, il mio grado di nerdaggine non è sufficente per potermi permettere di creare una simile scala, ma mi permette di pormi un'altra domanda.

Perchè nessuno comprende la mia sofferenza per la morte di Elle?

(Un grande amico, un eroe che mi faceva spesso compagnia nelle serate solitarie.
Ferito, tradito da colui che aveva definito come il suo migliore amico, da colui che senza scrupoli lo ha tolto di mezzo non appena ha potuto.
Ricorderò per sempre quel suo sguardo vacuo, la sua insaziabile fame per i dolci, il suo strano modo di sedere, i suoi capelli scompigliati...)

giovedì 7 maggio 2009

Nuovo Header

Niente di eclatante, giusto qualche miglioria a mio parere.

Che ne pensate?

(un layout veramente decente verra fatto quando e se ci sara il tempo...Tiranno!)

martedì 5 maggio 2009

Sui dubbi

Chi di noi non ha dovuto mai affrontare un grande dubbio nella vita di ogni giorno?
I più comuni di questi possono essere detti "bivi" e ne incontriamo innumerevoli nella vita di ogni giorno.
Mettere i calzini bianchi o quelli neri? Puntare alla qualità o al risparmio? Stendere fuori i panni nonostante il cielo sia grigio? Accendere il fuoco usando pietre focaie o ricorrere ad acciarino e selce? Seguire la strada indicata dal navigatore o quella indicata dai cartelli stradali? Mandare a quel paese un dannato cavo ethernet che funziona male e che non ci fa connettere ad internet? (odio profondo!).
In effetti ogni dubbio che ci poniamo può essere convertito in un bivio e su goni bivio può essere aperta una lunga e complessa disquisizione.
Del resto tutte le disquisizioni sono infinitamente articolate, poichè ad ogni affermazione può essere associato un trilemma di Agrippa per cui:
1) o l'affermazione è supportata da una serie di motivazioni che portano ad infinite motivazioni;
2) o si risale fino a dei principi assiomatici arbitrari;
3) oppure si risale al punto di partenza.
(Poichè la terza opzione è quantomeno inutile e la seconda incomprensibile ai più, la maggior parte della gente tende ad usare la prima opzione, rendendo così ogni disquizione infinitamente articolata CVD)

Ai dubbi, dunque, non si può avere una risposta certa (salvo usare la seconda la terza opzione), ma sappiamo per certo che essi affliggono l'umanità da tantissimo tempo.
Pensate, ad esempio, a quel primo pompiere che, indeciso se spegnere il fuoco con l'acqua o con la terra, è rimasto a pensare così a lungo che l'incendio divorò tutto. Pensate a Meucci che, inventato il telefono, trascorse il resto della sua vita a chiedersi chi chiamare (finchè Bell non gli soffiò la scoperta). Pensate a quando dovete scegliere la giusta combinazione di fast-food e cinema per sprecare meno tempo possibile con la certezza di arrivare in orario in sala...
Questi sono i veri dilemmi che da sempre affliggono l'umanità e a cui mai si avrà risposta.
Ma come nascono questi dilemmi?
Alcuni nascono certamente dal caso, altri per volere della Divina Provvidenza, altri - infine - da veri ed autentici misteri. Ad esempio:


Ma la serranda in camera mia non era perfettamente funzionante prima della mia partenza?!

lunedì 4 maggio 2009

Le gabbie dell'indifferenza

Bene. Abbiamo finalmente capito e appreso (il tempo per farlo c'era tutto...) che l'acool fa male (credetemi lo fa...), ma come un saggio (saggio? mah...) uomo (no, questo proprio no...) mi disse: " non puoi dire basta all'alcool, puoi solo considerare una pausa più lunga tra una bevuta ed un'altra..". Sagge parole. Ma allora smettiamola di crucciarsi e pensiamo ad altro.


Vi è mai capitato di dover stare a stretto contatto con persone irritanti, magari per ore? Magari in un treno accanto a petulanti signore, che sopperiscono la cerenza di affetto con una dose massiccia di invadenza e indiscrezione?

Ed è solo l'inizio. Ci si trova accato a bambini irrequieti o capricciosi, che piang
ono perchè non hanno il succo di frutta in vetro; o di fronte a tizi che parlano (gridano) ore al telefono, fino a quando hanno ancora i lobi, che ti guardano come se gli desse fastidio che ascolti le loro discussioni; per non parlare della gente che non sa come diavolo funzionano le gambe, non capiscono che non serve muoverle in continuazione per non farle atrofizzare (si parlo con te, trentenne bionda tinta e acida, alla fine quando sono sceso te l'ho svelato il finale del libro che stavi leggendo (Io uccido di G. Faletti) eh?...).

Ma la gente fastidiosa non è che la punta dell'iceberg, il vero pericolo è sotto il pelo dell'acqua. Sono le petulanti signore di prima e gli impiccioni estroversi, ciò che fà affondare la nave. Le persone espansive che devono attaccare bottone, magari con battutine insulse, proprio non le sopporto quando viaggio. Principalmente quando viaggio. Tu vorresti goderti il piacere del panorama, girovagare fra i tuoi pensieri oltre che per il mondo e invece no! C'è la vecchietta che ti fa l'elenco dei suoi malanni (molesto anche se parla a quello seduto affianco) e a te tocca sorbire ore di decantazione di sintomi e malattie, che alla fine pensi di essere malato anche tu. Poi c'è quello che mentre stai scrivendo un messaggio proprio non può fare a meno di buttare un occhio e leggerne il contenuto.
Quelli che cercano in tutti i modi di scoprire la tua meta (anche quando stai cercando di
dormire), le ragioni del viaggio, i tuoi interessi, il tuo codice fiscale. Altri che ti chiedono cosa stai leggendo e poi vogliono assolutamente parlare di critica lettereraria.

...lo so io il vero movente...

In anni di treni e bus ho incontrato gente che sembrava uscita direttamente da un film di Burton, alcuni allucinati come in quelli di Lynch, altri dai film di Spielberg (roba tipo E.T.). Quando poi ti ritrovi con un padre costretto a toccare (un pò come la classica gomitata nel fianco. però col ginocchio!) la gamba della figlia sotto il tavolino, perchè lei insisteva a chiederti il numero di cellulare ( è successo veramente...ed era il padre ad aver attaccato bottone..), allora capisci di aver raggiutno l'apice e di non voler parlare proprio con nessuno sul treno, se non lo stretto necesario ( "scusi...", "permesso", "posso aprire il finestrino?", "la valigia verde da cui cola benzina è sua? (anche questa è veramente vera)")


La mia esperienza con tali tipologie di esseri, ha lasciato profonde cicratrici. Ogni volta che trovo gente indifferente ringrazio. Completamente indifferente, che non ti saluta qualdo sali o quando scendi, che magari non sposta nemmeno i piedi per farti passare. E con questo non dico che bisogna essere scontrosi e antipatici. Anzi si è anche più gentili perchè non si hanno gli input per detestare una persona e io non ho probeli a sollevare valige, cedere il posto e fare spazio. Ne avrei sicuramente di più se la propietaria della valigia che devo sollevare mi avesse convinto che ho la
Rickettsiosi.

(tipici scompartimenti su intercity)

in ogni caso la cosa che mi chiedo da anni è...

...chi diavolo ha inventato gli scompartimenti? e chi è che si ostina a obbligarci ad usarli??

...No...io così non ne ho mai visti...

(i regionali sono tre volte più comodi di qualsiasi intercity...assurdo...)

mercoledì 22 aprile 2009

Il Rock & Roll fa male?...

...o sono i litri di birra?


Nella foto: Kee Marcello (Ex-Europe, mica il primo arrivato, nèh?)

Post tributo

Un litro di birra scorre nelle mie vene. Sono eccitato e ho trascorso gli ultimi 15 minuti a fare head-banging ed air-guitar sulla strada per tornare a casa, mentre automobili sfrecciavano tranuille affianco a me. Le note della Trans-Siberian Orchestra mi stanno ancora accompagnando e le mie dita scorrono veloci come non mai su questa tastiera.
Sto tornando da un concerto che non saprei come definire, se non con un quesito:

Perchè mai gente che ha suonato di fronte a 10mila e più persone, adesso suona di fronte a poche decine?

No, cazzo, non rispondete: non distruggete i miei sogni. Non voglio pensare che questo sia il loro triste destino, che essi siano artisti ormai andati e che non abbiano altra scelta del suonare per vivere. Hanno amici che suonano ancora di fronte le grandi folle e non voglio credere che non possano fare almeno gruppi d'appoggio.
Loro sono la musica ragazzi! Frequentate i locali ragazzi, andate dove vecchi eroi continuano il loro lavoro per poche decione di persone, osservate le loro occhiaie segnate da anni di droga, perchè no?, ma venerateli, cazzo perchè loro sono divinità e come loro non ne vedrete mai. Mandate a fanculo (si, in questi momenti faccio anche questo) Steven Harris e Bruce Dickinson, James Heidfield e John Petrucci ed abbiate voglia solo di musica vera!
Questo post non è divertente, lo so. In esso non vi è alcun cenno di ironia poichè non deve esserci. Esso è un serissimo tributo a tutti coloro che sono stati grandi e che ancor di più lo sono adesso che suonano per noi, come un tempo, quando con il loro gruppo cercavano di emergere, di farsi notare.
Sono tornati indietro, ma adesso non vogliono emergere, non vogliono farsi notare, non vogliono esseer venerati, vogliono solo fare ciò cui sono destinati: suonare.
E noi li veneriamo

You rock and you're the best!

(Guitar Solo performed by Kee Marcello @ Borderline in Pisa on 21-04-2009)

domenica 19 aprile 2009

Sugli errori

19 Aprile 2009 e, che sia purtroppo o per fortuna, il mondo è ancora qui, esattamente uguale a com'era il 17 Aprile (per gli ansiosi dell'Apocalisse suggerisco il blog Apocronos, Cronache dell'Apocalisse).
Rimangono uguali le ansie, le angosce, il tram-tram, il lavoratore che deve farsi 5 ore di treno per andare a lavorare ed altre 5 per tornare per guadagnare appena 1000€ al mese, le guerre, le bombe, le mine anti-uomo...

Sarebbe stato così male se davvero fosse avvenuta l'Apocalisse?

Ma non è questo il dilemma primario che vi pongo oggi (tuttavia vi invito a ragionarci su).
Il mondo è pieno di belle cose, è vero: risate pura, falò sulla spiaggia con gli amici, la musica, i libri, una serata ad un pub davanti a delle buone birre con il sottofondo del sano e puro rock anni 70 (l'unico vero rock che sia mai esistito e che possa mai esistere).
Purtroppo gli errori, però, sono tanti e non sempre riusciamo ad imparare da quelli che commettiamo. Talvolta, per necessità o perchè "chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che perde, ma non sa quel che trova" tendiamo a ripetere alcuni errori e poi ci diamo degli stupidi, ci chiediamo perchè lo abbiamo fatto e promettiamo a noi stessi o ad altri di non cadervi più.
Eppure quante volte queste promesse sono vane....
Il dilemma che vi pongo oggi è solo per voi, perchè io ho sperimentato su me stesso ciò che è la realtà.
Come diventano delle scarpe da ginnastica bianche dopo due serate di pogo su un prato ad un festival rock?


sabato 18 aprile 2009

Say your last goodbyes to everyone....

....drink a say a pray for it



La fine del mondo. Ecco qualcosa che potrebbe risultare fastidioso (ma sempre meno di una zanzara nelle notti estive).
Bene. Rassegnatevi. Perchè è già iniziata. Questa è un'esclusiva. Le nostre fonti sono sicure ed affidabili, direttamente dal subconscio dell'esimio Cencevskij, l'araldo dell'Apocalisse. Quello che l'esperienza onirica gli ha rivelato è ciò che definirei uno pseudo-Ragnarok.

Un terzo di loro morirà nel sonno, un terzo di loro di terrore, un altro terzo vivrà. Essi verranno chiamati i paladini e ricostruiranno il mondo in una forma a noi sconosciuta.

Le 4.49, questa è l'ora fatidica. Ricordate che chi dorme non piglia pesci e questa notte chi si trova tra le braccia di Morfeo, non avrà più occasione di andare a pescare. Chi non si sveglierà non si sveglierà più e chi non riuscirà a sopportare l'idea di questa fine preannunciata sarà condannato a perire similmente.
Avvisati di questo, siate pronti a mettere le sveglie o di occupare il vostro tempo in modo tale che non vi addormentiate. Sono sicuro che ci sarà chi passerà gli ultimi istanti di tutto ciò che conosce facendo l'amore (Jhack), chi sfruttando la possibilità di fare ciò che non ha mai avuto il coraggio di fare. D'altro canto noi passeremo la nottata guardando dei film che non avremo più la possibilità di vedere. Partendo da T.R.O.N. e arrivando a
Rabbits di David Lynch (Manoet afferma faccia ca**re: si vede che Manoet non capisce l'arte).


Quindi ricordatevi di avvisare i vostri cari con squilli notturni.
Io vi ho avvisati e vi ho mezzo salvati, ma mi rendo conto che questo post verrà letto solo da pochi eletti (Neo presente), o magari da nessuno. Domani sarà troppo tardi, quindi spero che nella vostra stanza ci sia una zanzara che vi disturbi nel momento giusto. Detto questo vi lascio con un ultimo quesito prima dell'addio. Selo chiedevano i R.E.M. (e anche Ligabue). Beh, adesso lo sappiamo:

A che ora è la fine del mondo? (It's the end of the world as we know it, and i feel fine...)

Addio, è stato un piacere avervi come lettori! :(

http:\\apocronos.blogspot.com

giovedì 16 aprile 2009

Tecnologia

Negli ultimi decenni si sono diffusi nelle nostre case sempre più apparecchi elettronici e il 2000 ha segnato il boom di internet.
Quando Wozniac annunciò la nascità dei personal computer IBM e Microsoft dissero che non avrebbero mai avuto un mercato così vasto da motivarne la produzione e quando nacquero i primi cellulari molti non ne videro l'utilità, data l'esistenza delle cabine telefoniche e data anche la dimensione comparabile.
Guardiamo il mondo oggi. Ognuno di noi possiede un telefono cellulare, molti più di uno; in quasi tutte le case c'è un pc e anche la connessione a banda larga si diffonde sempre più.
Queste innovazioni hanno sicuramente portato del bene. Adesso siamo in grado di raccogliere informazioni molto più velocemente e di costringere aziende a ritrattare le proprie azioni in poche ore (Twitter vs Amazon); sappiamo che qualunque informazioni cerchiamo basta googlare, che se vogliamo conoscere la biografia di Pinco Pallino basta andare su Wikipedia, che se non sappiamo come spendere il nostro tempo possiamo andare su youtube...
Tuttavia possono anche capitare inconvenienti.
Può succedere che cada la connessione a 3 secondi dal termine di un download e che Internet Explorer non abbia alcun sistema di ripristino del download; può capitare che si esca di casa senza cellulare e si stia via solo poche ore senza problema alcuno e che poi, tornati a casa, si trovi tutti in apprensione per l'incapacità di comunicazione; può capitare che l'iguana casalinga rompa il router e non possa postare per una settimana; può capitare che si stia una notte alzati per fleetare o crashare una flotta avversaria; che si perdano ore ed ore a far nulla in attesa che papà liberi il pc; che qualcuno inserisca nel suo blog immagini che facciano male alla vista...

o ancora che un video su youtube non si riveli ciò che si credeva...
Ma noi siamo individui normali (o quasi...) e questi inconvenienti ci toccano a malapena. Purtroppo (o per fortuna) nel mondo esistono individui molto più assoggettati di noi alle nuove tecnologie, ed ecco il mio dilemma odierno


Cosa succederebbe al Dr. Sheldon Cooper del Califormia Institute of Technology di Pasadena se, a causa di un black-out, è impossibilitato ad usare qualsiasi strumento tecnologico?

mercoledì 15 aprile 2009

Sugli imprevisti, ovvero sugli effetti collaterali dell’algebra.


Questo post sarebbe dovuto essere pubblicato prima di pasqua, ma per i motivi già approfonditi sul post precedente, ve lo presento ora, tanto che l'argomento è più che attuale...

Dite grazie ai torroni scaduti di manoet…perché le sue vicissitudini intestinali mi hanno dato da pensare. Dare la buona pasqua di fretta e furia ai colleghi e abbandonare un interessante lezione di algebra lineare scappando, può succedere tutti i giorni (nel periodo di pasqua e non di lunedì, ché non c’è lezione) nella vita reale. E così mi sono chiesto com’è che queste cose non accadono mai nei fumetti o nei film (nella prima stesura avevo scritto al cinema, per poi ricordarmi che può succedere anche al cinema). Possibile che mai a Bruce Willis saltando da un camion ad un jet supersonico, nel tempo perso, non scappi mai una scorreggia (si lo so è duro da leggere, ma dobbiamo essere schietti, tutto ha un nome)? Non è mai successo che Diabolik si dovesse strappare la tutina di dosso perché non c’è la faceva più? Che all’uomo ragno, a volteggiare come uno spastico sui grattaceli non venga un po’ di nausea (che poi è lo stesso motivo per cui anche io ho dovuto abbandonare quella infamosa lezione di algebra)? È così improbabile che She-Hulk si fermi in farmacia per comprare un Tampax ( gli assorbenti con le ali sono antiestetici sotto i body attilatti)? Ma soprattutto io mi chiedo se Ironman (a.k.a. Tony Stark) tra bella vita, donne e party, avrà anche lui le sue vicissitudini:

Nell’armatura c’ha un dispositivo che gli inietta l’Imodium endovena?


Sui Doveri

Eccomi qua. So di aver toppato. Non sono riuscito a tener fede quella intrinseca promessa che mi ero fatto e che concerne anche voi che leggete queste parole. Un post al giorno tutti i giorni indipendentemente da festività (pasqua), calamita naturali (terremoto, solidarietà a tutti gli sfollati) o problemi tecnici (router andato a farsi benedire). Questo è quello che non sono riuscito ad adempiere e ciò mi ha portato ad interrogarmi sui doveri (non le responsabilità di cui proferiremo in seguito) , speculazioni di cui vi parlerò in questo post.

Ho sempre ritenuto che il primo dovere fosse verso se stessi, che se si fa qualcosa che è giusto per se, si trarrà beneficio per se e, per riflesso, anche per altri. Ora non ne sono più tanto convinto, poiché molto spesso ho provato sulla mia pelle che le cose che vanno bene per uno, possono essere addirittura deleterie per un altro. E come ho detto, l’ho provato sulla mia pelle, secca…che la crema esfoliante di mia sorella è inadatta alla mio derma sensibile; quello che ci vuole per me è una crema idratante, magari lenitiva.

Detto questo vorrei sottolineare che non ho ritrattato completamente la mia posizione, sono ancora abbastanza convinto che se fai qualcosa per te stesso, sarà altresì giovamento per altri (come la pasta coi pomodorini che ho preparato l’altro giorno). Il vero problema sta a capire cosa è veramente giusto e cosa sbagliato (la pasta era un pò pesante...mezza cipolla è troppa alle 10 di sera) e questo è un dilemma per nulla banale e che quasi impossibile da sciogliere, senza qualcuno che possa chiaramente osservare la questione da un punto di vista esterno ( me l’aveva detto mia mamma di farmi una minestrina). Ecco perché non sempre si riesce a trarre giovamento da quelli che si pensa siano i propri bisogni e che spesso si trasformano in comportamenti egoistici.

Tornando a me, a volte riuscire ad adempiere a doveri, anche piccoli, a volte mi risulta veramente difficile. E soprattutto sono gli impegni che mi auto impongo ad essere quelli più disattesi. Come disse mio padre, dopo aver mangiato due agnelli, uno in carne ed ossa (più carne e solo qualche ossicino, era un bel pezzo, il macellaio l’aveva servito bene) ed uno di pasta di mandorle: “ Le vie dell’inferno sono lastricate di buoni propositi…”. Quindi, è in questa sede che voglio, non più tenermi per me i miei intenti, ma di esporli a tutti voi e così da rendervi giuria e spettatori dei miei fallimenti o (si spera) dei miei successi e così “fare quella cosa quando togli i demoni…” esorcizzare la possibilità di non attuare i propositi.

Dopo tutte queste parole, che sopperiscono alla mia lunga mancanza, spiego il perché della mia lunga assenza. La faccio breve: migrato a sud per la primavera, tornato al nido, scopro che il router che hanno preso i miei fa letteralmente schifo. Quindi niente connessione (al massimo dopo numerosi tentativi durati un’ora una timida apparizione di gmail in versione html), niente negozi aperti per comprare un modem\router decente, niente post. Ma non sono stato con le mani in mano, numerosi dilemmi sono venuti alla mia mente ( soprattutto quando ho fatto girare a mia mamma 10 negozi per l’uovo di Batman, per poi trovare Superman…) e vi farò presto partecipi delle mie elucubrazioni. Detto questo chiudo, non prima di essermi scusato col mio collaboratore manoet per il disagio (psicologico, morale, logistico) arrecatogli, e vi lascio col dilemma principale di questo post:

Ma Batman ha mai avuto dei problemi perché il router della batcaverna era andato in palla?